“Ogni conoscenza che tu cerchi al solo fine di arricchire il tuo sapere, di accumulare tesori, ti fa deviare dalla tua strada; ogni conoscenza però, che tu cerchi per maturarti sulla via della nobilitazione dell’uomo e dell’evoluzione del mondo, ti porta avanti di un passo” (R. Steiner)
Psicoterapeuta
Come attività clinica mi occupo di psicoterapia breve; utilizzo l’ipnositerapia e la terapia breve strategica.
L’ipnositerapia, con l’utilizzo nello specifico dell’ipnosi dinamica e del relativo approccio Analogico, permette diagnosi e intervento già dalla prima visita.
Infatti viene fatta fin da subito una “radiografia emozionale” seguita immediatamente da una “chirurgia emozionale”. In un primo tempo cioè si rintracciano, con la massima precisione, i traumi e le ferite o i condizionamenti negativi subiti nel lontano o recente passato, responsabili delle attuali sofferenze; in un secondo tempo, comodamente distesi su una poltrona, si attua una vera e propria decompressione energetico – emozionale di rabbie, risentimenti, rancori o frustrazioni affettivo –sentimentali, che rendono impossibile al paziente superare da solo il disagio.
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Vengono altresì forniti al paziente gli stratagemmi mentali perché autonomamente si addestri a sbloccare il circolo vizioso di cui è vittima nella relazione con se stesso, con gli altri o con il mondo.
Ecco dunque l’approccio integrato che porto avanti, con successo, da diversi anni, che prevede un’azione nel profondo della persona tesa a risolvere dinamiche conflittuali storiche e renderle consapevoli (azione sull’inconscio). Questa prima tecnica ha a che fare con il PERCHÉ soffro: un’azione profonda sui dinamismi inconsci fa sì che l’alleggerimento del disagio e la soluzione dei problemi arrivino da sé senza che il paziente debba fare nulla.
La seconda tecnica riguarda il COME intervenire sul disagio, a prescindere dalle cause storiche, e prevede che la persona metta in atto, tra una seduta e l’altra, delle prescrizioni cioè dei comportamenti alternativi e strategici per uscire dal disagio.
La terapia ha una durata media di 10 incontri.
Da una parte ci sono persone che chiedono un intervento urgente, anche di una sola seduta, per sbloccarsi da ansie, paure, panico, fobie, somatizzazioni che impediscono loro di gestire uno specifico evento privato o professionale molto vicino nel tempo.
Esempi tipici di richieste attinenti a questo tipo di psicoterapia breve d’urgenza che amo definire anche “pronto soccorso emotivo – relazionale” sono:
- Devo prendere l’aereo fra una settimana per un impegno professionale o affettivo ma la paura di volare mi blocca
- Devo parlare, tra pochi giorni, con il mio ex coniuge per tentare una riconciliazione (oppure vederlo in tribunale o da un legale) e l’ansia che vivo rischia di compromettere l’esito dell’incontro;
- Devo sostenere un colloquio di lavoro o una performance davanti ad un pubblico e l’ansia e la paura mi bloccano e mi rendono insicuro;
- Devo affrontare un esame di risonanza magnetica, un’operazione chirurgica, dentale o semplicemente l’esito di un referto medico e non gestisco le mie paure e la mia emotività.
Altra cosa è un’azione terapeutica relativa ad ANSIE, PAURE, ANGOSCE, PANICO, ma intese, questa volta, come disturbi presenti da diverso tempo e spesso senza che il soggetto ne conosca la causa. In questo caso, come nel caso di una DEPRESSIONE, di un DISTURBO DELL’ALIMENTAZIONE (anoressia, bulimia, vomiting, ortoressia), di un DISTURBO OSSESSIVO – COMPULSIVO, di DIPENDENZE da gioco d’azzardo, internet, pornografia, problemi nella RELAZIONE DI COPPIA o nella RELAZIONE CON FIGLI, è previsto un trattamento certamente intensivo (come nei dettami della psicoterapia breve) ma che deve tener conto di eventuali resistenze e meccanismi di difesa del soggetto.
Ricercatore
Come ricercatore nell’area del benessere psico – fisico, mi occupo di studiare e sperimentare l’integrazione delle diverse metodologie così dette “analogiche”.
Il termine “analogico” è stato utilizzato dagli studiosi della pragmatica della comunicazione umana (Paul Watzlawick, J. H. Beavin, D. D. Jackson, M.) in contrapposizione al termine “digitale”.
Il primo definirebbe gli aspetti emotivi di uno scambio comunicativo, contrapposti a quelli razionali – logici; gli aspetti “di relazione” contrapposti a quelli “di contenuto”.
Questi studi sono una delle basi di quello che diventerà l’approccio strategico e costruttivista, i primi due modelli da cui ho attinto in questi anni nella mia attività di integrazione, sperimentazione e formazione.
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In questi due ambiti rientrano anche le tecniche d’ipnosi e di comunicazione efficace mutuate dalle ricerche di Milton H. Erickson e quelle di R. Bandler e J. Grinder padri della programmazione neurolinguistica.
Stefano Benemeglio, padre delle Discipline Analogiche, accetta la definizione sopra descritta di “comunicazione analogica”, ma sperimenta un’altra fondamentale ed innovativa caratteristica di questo aspetto della comunicazione.
Secondo questo studioso la comunicazione analogica è la comunicazione di precise analogie inconsce, ovvero trasmette codici non identificabili razionalmente né dal trasmittente né dal ricevente, ma dotati di un preciso significato.
Esempi sono le “gestualità iconiche” con le quali l’inconscio di un interlocutore trasmette all’altro le sue profonde esigenze emotive.
Un soggetto maschile afferma, durante una conversazione tra più persone, di essere un padre generoso e protettivo con i propri figli, una ragazza, ascoltando queste parole, si accarezza più volte una guancia, senza una motivazione logica, sta trasmettendo a quell’uomo un messaggio analogico preciso: “non ho avuto sufficiente affetto dal padre, vorrei che tu mi facessi da padre” (anche se nel ruolo di partner).
Altro esempio è il simbolismo comunicazionale, sia nel linguaggio del corpo che nei vocaboli scelti inconsapevolmente, che va a definire la relazione, da un punto di vista sempre inconscio, tra due o più persone.
Benemeglio passerà dallo strutturare la “comunicazione analogica”, come modalità di comunicazione a sé stante, alla creazione di una nuova psicologia: quella “Analogica” che però amerà definire nel tempo “Discipline Analogiche”.*
* vedi libro scritto da Andrea Cirelli e altri “Le emozioni al centro. Dall’ipnosi alla Psicologia Analogica” Ediz. CID – CNV.
Da 26 anni seguo l’approccio Benemegliano sia per quanto riguarda le applicazioni dell’ipnosi dinamica, della comunicazione analogica, simbolica nelle aree della comunicazione efficace, della motivazione e del problem solving, integrando questo approccio con tutte le tecniche di matrice americana sopra citate.
Formatore
Mi rivolgo da 26 anni, con la mia attività di formatore e successivamente di Master Trainer, a tre settori:
- Area Medici/Psicologi
- Area Aziendale
- Area Eterogenea (che comprende il mondo dello sport, delle pubbliche relazioni e dei semplici appassionati alla materia).
I due modelli che ho integrato e trasmesso con successo a migliaia di allievi, sono:
- Modello ANALOGICO, che ha decodificato le leggi e le regole che governano le emozioni (Stefano Benemeglio). Questo approccio è la novità assoluta nel campo della formazione e viene da me e dal mio staff utilizzato al 70-80% rispetto al prossimo che presentiamo;
- Modello STRATEGICO, che ha studiato come l’essere umano si costruisca dei circoli viziosi con se stesso, con gli altri e con il mondo e come sbloccarli (Paul Watzlawick, Giorgio Nardone).
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Entrambi i modelli propongono poi le applicazioni delle loro scoperte nei percorsi relativi al POTENZIAMENTO PERSONALE e alla MOTIVAZIONE AL CAMBIAMENTO, alla COMUNICAZIONE EFFICACE, alla PERSUASIONE, alla GESTIONE DEL CONFLITTO, alla GESTIONE DELLE EMOZIONI, al PARLARE IN PUBBLICO.
L’integrazione di due metodologie che agiscono a livelli così diversi (inconscio e comportamentale) rappresenta la formula vincente per gestirsi al meglio con se stessi e gli altri in qualsiasi contesto privato e professionale.
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Associazione di Promozione Sociale, non a scopo di lucro, fondata nel 1999 da Andrea Cirelli e altri suoi colleghi.